Lynn Greer non vede l'ora di riabbracciare gli ex compagni dell'indimenticabile stagione sportiva 2005/06 con la canotta della Carpisa Napoli e la città, che gli è rimasta nel cuore. Il bomber mancino è la grande attrazione del Givova Old Star Game 2022, in programma domenica 25 settembre alle ore 18:30. Il 43enne ritorna sul parquet del PalaBarbuto a distanza di sedici anni. «Sono molto eccitato all'idea di rivedere vecchi amici, con cui ho trascorso un'annata memorabile. Sarà una bella festa per tutti».
Era considerato il "Maradona del basket", un paragone che a Napoli si spende per pochissimi eletti...
«Apprezzo molto questo complimento. A Napoli ho vissuto una delle stagioni più importanti, forse - addirittura - la più memorabile, della mia carriera. Era la mia prima volta in Italia, ma avevo già disputato stagioni di buon livello. L'Eurolega allo Śląsk Wrocław. Poi, l'esperienza alla Dinamo Russia. Però, coach Bucchi mi permise di mostrare per intero le qualità del mio gioco».
Cosa ricorda di quella stagione?
«Era una squadra fantastica. Il compianto gm Betti e coach Bucchi avevano
costruito un roster ottimale dal punto di vista degli equilibri tecnici. C'erano giocatori interni, tiratori, elementi dotati sul perimetro: tutto quello che serviva per competere al vertice. E, poi, il gruppo era molto compatto».
Il culmine fu la conquista della Coppa Italia: Napoli era testa di serie nº 2, ma non era considerata tra le favorite...
«Nessuno si aspettava che potessimo competere per il titolo. In spogliatoio non eravamo consapevoli delle nostre qualità. Fu una sorpresa per il basket italiano, ma non per noi. Fu un grande momento e una grande soddisfazione, tra l'altro battendo in finale la Lottomatica Roma di David Hawkins, che come me era uscito da Temple University e che consideravo come mio fratello».
A Napoli restò solo un anno, ma quell'annata da superstar le spalancò le porte della Nba...
«È vero al 100%. Fu la mia grande occasione per coronare il sogno Nba. Quella stagione fu magica per tutti. La squadra ebbe un impatto così grande sul campionato italiano che ognuno di noi ebbe interessamenti da mezzo mondo».
Come vivevate il seguito della città?
«I tifosi erano molto ospitali, dovunque andassimo tra ristoranti e locali eravamo accolti con grande entusiasmo. Il supporto del PalaBarbuto era irreale. Ogni partita c'era il tutto esaurito. Si creava un clima che dava grande spinta alla squadra».
L'Old Star Game 2022 sarà anche l'occasione per l'addio al basket di Mimmo Morena...
«Mimmo è speciale. Quasi non riesco a credere che nonostante abbia nove anni più di me sia ancora in attività. È una figura che rappresenta le fondamenta della pallacanestro a Napoli, una memoria storica della città. Sarà un onore far parte del gruppo con cui saluterà il basket giocato».
Che messaggio può rivolgere ai tifosi per stimolarli a venire a salutarla domenica al PalaBarbuto?
«Spero che siano eccitati quanto lo sono io e che vengano numerosi per rivedere
persone che gli hanno fatto vivere grandi emozioni. Personalmente io non vedo l'ora di rivivere grandi momenti, nonché di rivedere i luoghi di quell'annata fantastica».