Il presidente della Generazione Vincente Napoli Basket, Federico Grassi è protagonista sul Corriere dello Sport dopo l'impresa contro l'EA7 Emporio Armani Milano: «Avevamo un piglio diverso dopo la brutta batosta contro la Givova Scafati. Sono serviti sia i cambi, dolorosi ma necessari, che la strigliata per dare un volto diverso alla squadra. Dopo le ultime sconfitte non potevamo che scusarci con i tifosi. Questa vittoria è un segnale. Napoli c'è! Vuole lottare e restare in Serie A UnipolSai con un progetto importante».
Perché la scelta di affidarsi a Pancotto?
«Ad agosto Buscaglia voleva un vice importante, perché lui era impegnato con la nazionale olandese. Cesare ha un palmarès importante. Dovendo prendere una decisione, abbiamo pensato che avevamo già in casa chi può portarci alla salvezza».
L'impatto con la A
«L'abbiamo pagato molto, visto che pensavamo di poter andare avanti con una struttura ottima per l'A2, ma non ottimale per la massima serie. L'anno scorso abbiamo commesso degli errori. In questa stagione vogliamo creare qualcosa di diverso».
Ma a Napoli il basket può convivere con il calcio?
«Ritengo che si possa convivere, a patto di avere un progetto importante, creato passo dopo passo. Sono convinto che se avessimo messo dieci milioni in questa squadra, non avremmo risolto nulla per la città e dopo un anno saremmo scomparsi. Siamo tre famiglie che vogliono il bene della città a 360°, anche e soprattutto per ciò che riguarda l'aspetto sociale. Faccio un esempio: il 6 gennaio siamo andati a "Obiettivo Napoli", un centro con tanti ragazzi che vengono da situazioni disagiate e che lì possono studiare e fare sport. Abbiamo portato dei doni e regalato un sorriso a tutti. Alcuni di loro domenica erano al PalaBarbuto, felici. Per noi, far sorridere un giovane è molto più importante che vincere una partita».
Foto di Pierfrancesco Accardo