Alzi la mano chi, per vari tratti della partita, non ha creduto al blitz su un parquet prestigioso come il PalaVerde. Ecco quello che, forse, è il passo avanti più significativo della preparazione di una GeVi che, permetterete la divagazione, dovrebbe migliorare l'efficacia apotropaica nei mesi di off season. Si fa fatica a ricordare un'estate tranquilla negli ultimi anni e il Covid-19 non è stato un'eccezione.
Ma torniamo a noi. In quello che dovrebbe essere un viaggio meraviglioso verso quella Erebor rappresentata da una salvezza tranquilla (con qualche piccola speranzella di agguantare l'ottavo posto), la perdita della principale - in potenza - bocca da fuoco della squadra ha un peso non indifferente.
Certo, se Jason Rich è il fantasma visto all'esordio al PalaBarbuto, allora ogni discorso sarebbe da riformulare completamente, ma la convinzione di Pino Sacripanti sulla bontà della sua firma fa pensare che, una volta scrollata di dosso la ruggine di un anno di inattività, la guardia di Pensacola avrebbe potuto offrire con costanza il proprio talento offensivo e rappresentare l'upgrade definitivo di un gruppo che, pochi ricordano, ha solo un elemento, tra i confermati, che non conosce la Lba.
Ad essere pignoli, poi, andrebbe detto che per quattro di quei sei l'A2 è stata solo un passaggio temporaneo, teniamolo presente.
Perché considerare quasi un sollievo l'eliminazione?
Sostanzialmente perché si sapeva da luglio che la squadra non sarebbe stata pronta per questo precampionato un po' pepato che è la Supercoppa discovery+, una formula varata per dare un po' di basket ai tifosi, riducendo l'attesa tra una stagione e l'altra, e fare qualche incasso in più, soprattutto dopo quelli persi negli ultimi due anni e con le restrizioni in vigore (anche se stride molto che, a fronte di dichiarazioni belligeranti di qualcuno, solo Fortitudo e Brindisi abbiano preso posizione nell'Assemblea di Lega).
La prevista perdita delle possibilità di andare avanti (ed anticipare la conoscenza con l'Olimpia Milano) permette a coach Sacripanti di affrontare la partita guardando esclusivamente ai progressi nel gioco, senza pensare ad un risultato che, dichiarazioni a parte, resta sempre un piccolo tarlo nell'orecchio quando le possibilità di qualificazione sono ancora aperte.
È l'occasione di inculcare con maggior incisività il playbook che verrà messo in campo in questo campionato. Poter trattare la gara come scrimmage permette di focalizzare la preparazione sul lungo termine, senza scervellarsi in particolari contromosse sull'avversario di turno. Ci sarà tempo a partire dal 25.
Essere già eliminati, quindi, può tramutarsi in un vantaggio di preparazione che apra a un'entrata in condizione più veloce, a un'assimilazione maggiore di ciò che chiede il coach, a un amalgama che potrà fare la differenza quando i due punti potranno significare la differenza tra un sogno e un incubo.
E a capire se Rich sarà parte o meno della compagnia. Dalla bontà della scelta che verrà presa (termine ultimo il 20 di questo mese) dipenderà gran parte del cammino azzurro in una stagione che, sia chiaro, dovrà essere il primo mattone di una realtà che si consolidi ai vertici della pallacanestro italiana.
Del resto, non era il venerdì 17 settembre - data in cui inizieranno le Final Eight - il "Giorno di Durin" per questa squadra, non lo è mai stato.
Foto di Ciamillo-Castoria