Ai microfoni di Stefano Prestisimone su Il Mattino il coach della Generazione Vincente Napoli Basket, Igor Milicic ha parlato di come da giovanissimo - vivendo al confine tra Croazia e Bosnia - ha affrontato la guerra nel 1991: «Io avevo quattordici anni e mi ero già trasferito da pochi mesi a Spalato per giocare nel settore giovanile. Ma la mia famiglia a Slavonski Brod si trovò proprio in zona di guerra. La cittadina fu al centro di scontri feroci, la casa fu distrutta e le mie sorelle e miei cugini scapparono a Zagabria mentre i miei genitori come rifugiati andarono in Danimarca, dove poi le mie sorelle due anni dopo li raggiunsero. E ancora oggi vivono lì».
Il tecnico croato ha firmato un triennale col club di patron Grassi
«Non avevo mai avuto la possibilità di avere stabilità nel mio lavoro da coach. Mi piace poter costruire, sviluppare la mia idea di pallacanestro. E qui è possibile».
Qual è il segreto di quest'inizio di stagione?
«È la strutturazione e la stabilità del club, dei tre soci, che hanno creduto in un nuovo progetto affidandosi a un manager, Alessandro Dalla Salda. Lui ha messo nelle mie mani e in quelle del dt Llompart la parte relativa al basket giocato. Non ci sono pressioni, facciamo un passo alla volta».
Gli obiettivi della GeVi
«Il progetto prevede un primo anno di assestamento e di salvezza tranquilla, per poi negli anni successivi puntare più in alto. Possiamo arrivarci subito? Preferiamo al momento tenere basso il profilo, perché tutto può cambiare in un attimo. Testa bassa e lavorare».